Tale trattamento può essere distinto in due grandi gruppi:
• Trattamento Conservativo
• Trattamento Chirurgico.
Il secondo gruppo, a sua volta, si diversifica, in relazione alla tecnica chirurgica, Artroscopica o Artrotomica.
Trattamento Conservativo:
In assenza di lesioni importanti, in prima battuta è sempre consigliato orientarsi verso un trattamento conservativo. Questo prevede una prima fase legata alla riduzione o risoluzione del sintomo dolore. A tale scopo possiamo indicare l’applicazione di terapie fisiche quali: l’ultrasuono a freddo, la laserterapia ecc.
Durante questa fase il paziente dovrà limitare i movimenti che evocano dolore all’articolazione in modo da favorire l’azione sul dolore.
Successivamente si passerà all’esecuzione di esercizi di rinforzo dei gruppi muscolari stabilizzatori dell’articolazione gleno-omerale. Particolare attenzione sarà rivolta ai muscoli rotatori interni ed esterni i quali esercitano un’azione di centraggio della testa omerale favorendone il fisiologico movimento. Anche i muscoli pivot della scapola dovranno essere rinforzati. Attualmente si sta dando molta importanza al corretto basculamento scapolare il quale, a sua volta, permette un fisiologico ritmo scapolo-toracico. E’ utile, se non fondamentale, monitorare il livello di forza di questi gruppi muscolari.
Attraverso una apparecchiatura che valuta lo sforzo isometrico possiamo osservare la forza dei rotatori interni ed esterni, del deltoide e dei muscoli abbassatori dell’omero.
Questi valori saranno poi confrontati ponendo attenzione ai seguenti aspetti:
1. rapporto intra-extrarotatori della spalla in questione ( dovrebbe aggirarsi su 50- 60%)
2. rapporto deltoide / muscoli abbassatori
3. confronto di questi valori con la spalla controlaterale
4. confronto dei valori del paziente, con i valori medi di un gruppo campione di pari età senza alcuna patologia di spalla.
Il test potrà essere ripetuto ogni mese per valutare se il rinforzo procede in modo regolare e nel rispetto dei giusti rapporti.
L’incremento mensile della forza, con almeno 3 sedute settimanali, si aggira sul 10- 15%.
Se dopo 4 – 6 mesi di terapia conservativa vi è ancora la presenza del dolore, si consiglia il trattamento chirurgico.
Trattamento Chirurgico :
Dal 1995 ad oggi l’equipe chirurgica con la quale collaboriamo esegue per questa patologia interventi prevalentemente con tecnica artroscopica.
Comunque sia, il protocollo artroscopico e artrotomico non si differenziano per le tempistiche:
0 -21 gg immobilizzazione con tutore
21-35 gg mobilizzazione su tutti i piani ad esclusione della rotazione relativa al ritensionamento dei tessuti interessati. (no extra per la capsula anteriore e viceversa)
35- 45 gg mobilizzazione su tutti i piani. Inizio movimenti attivi assistiti in acqua.
dal 45 gg inizio lavoro con elastici
Durante il percorso riabilitativo il paziente effettua visite di controllo dal chirurgo a 1 mese, 3 mesi, 6 mesi.
Esegue il test isometrico a 3 mesi, 6 mesi e 12 mesi dall’intervento.
L’attività agonistica, in forma lieve,ha inizio a 3 mesi dall’intervento, questo nel caso in cui il paziente possiede una buona mobilità ed una discreta forza.
Successivamente ed in modo graduale si potranno incrementare i carichi di lavoro.
La tecnica artroscopica consente una migliore estetica della cicatrice, un minor dolore post-chirurgico, un rapido recupero della mobilità e maggiori capacità propriocettive. Per questi e per altri motivi, spesso il paziente, avvertendo una buona capacità di movimento, tende ad eccedere.
Ricordiamo che i tempi biologici di cicatrizzazione devono essere rispettati e di questo il paziente deve essere avvisato.